Nel nuovo documento Singh e i suoi colleghi hanno scoperto una struttura dell’RNA formata esclusivamente da sequenze introniche, ovvero sequenze che vengono rimosse durante lo splicing. Mirando questa struttura potrebbe essere possibile sviluppare nuovi trattamenti che impediscano l’errore nel processo di splicing, che causa la perdita di funzione di SMN2. Questa sarebbe la prima volta che una struttura intronica porterebbe a una terapia.
“Circa un quarto del genoma di una persona è costituito da introni, o da sequenze non codificanti, che devono essere rimosse attraverso splicing per tutta la vita” ha detto Singh. “Abbiamo trovato una struttura di RNA che promuove l’aberrante eliminazione di una delle sequenze codificanti nello splicing”.
Singh ha avvertito che lo sviluppo di un nuovo trattamento dovrà passare attraverso anni di studi clinici e di ulteriori approfondimenti, ma la linea di fondo è che la ricerca potrebbe portare a un nuovo modo per curare l’atrofia muscolare spinale. “In effetti, le imprese private hanno mostrato interesse a negoziare con Iowa State per iniziare lo sviluppo di un farmaco basato sulla ricerca” ha setto Singh.
Ha detto che lo studio ha richiesto circa cinque anni di lavoro scrupoloso, testando centinaia di mutazioni a singole sequenze di geni, uno alla volta, per vedere se hanno un effetto sullo splicing.”Il processo comporta un sacco di tentativi ed errori” ha ammesso.
Studiare strutture di RNA all’interno della parte non codificante del genoma umano è ancora una frontiera relativamente incontaminata, che ha molto da insegnarci. Sembra che le strutture di RNA contengano moltissime informazioni e nuove tecniche per lo studio delle strutture di RNA stanno sbloccando nuove possibilità che potrebbero avere importanti implicazioni per il modo in cui trattiamo le malattie genetiche.
“Per molti versi questo è ancora un campo molto poco compreso”, ha detto Singh . “Ma circa la metà di tutte le malattie genetiche sono il risultato di errori nello splicing, quindi abbiamo molto da guadagnare rispondendo a queste domande.”
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