L’abbassamento dei livelli di neurocalcina delta protegge dalla SMA

Secondo un recente studio, l’abbassamento dei livelli di una proteina recentemente identificata, in combinazione con una terapia genica modificatrice dello splicing, ha permesso di migliorare i sintomi e la sopravvivenza in cavie animali affette da atrofia muscolare spinale.

I ricercatori, nello studio pubblicato sulla rivista “The American Journal of Human Genetics”, hanno affermato che la soppressione della neurocalcina delta protegge dall’atrofia muscolare spinale negli esseri umani e in animali di varie specie, ripristinando le endocitosi deteriorate. Per questo motivo la scoperta suggerisce che focalizzarsi su quel fattore, chiamato sensore neuronale di calcio o anche neurocalcina delta (NCALD), potrebbe essere utile per i pazienti affetti da SMA.

I ricercatori dell’Università di Colonia in Germania, hanno individuato quattro membri della stessa famiglia con difetti genetici che normalmente causano SMA di tipo 3 – una perdita di SMN1 con sole quattro copie del gene SMN2. Tutti erano asintomatici ma avevano livelli di SMN bassi tanto quanto i membri della famiglia affetti dalla malattia. Tutto ciò ha suggerito che i quattro potessero avere un fattore genetico protettivo che contrastava gli effetti della perdita di SMN (la perdita di SMN colpisce soprattutto i motoneuroni, ma altri organi possono essere intaccati in persone affette da forme gravi di SMA).

Il team di ricercatori aveva precedentemente scoperto che le persone con una maggiore attività del gene PLS3 erano state protette dagli effetti della perdita di SMN, ma questi quattro membri della stessa famiglia avevano normali livelli di PLS3.
I test avevano anche rilevato bassi livelli di NCALD. Questo fattore è presente solo nei neuroni ed è coinvolto nella via di segnalazione del calcio all’interno delle cellule.

Il team di ricercatori ha poi condotto alcuni esperimenti su cellule prodotte in laboratorio e su animali per meglio comprendere come bassi livelli di NCALD potessero modificare l’impatto derivato dalla perdita di SMN1. Essi hanno scoperto che la proteina NCALD controlla l’endocitosi – un processo attraverso il quale le cellule possono ottenere le molecole dall’ambiente circostante – e che la sua rimozione, effettuata su diverse specie di animali, ha risolto molti dei difetti dei motoneuroni derivanti dalla perdita di SMN.
Quando i topi affetti da una grave forma di SMA sono stati manipolati per produrre meno NCALD, i loro sintomi motori sono migliorati, ma sono morti alla stessa età dei loro simili affetti da SMA e con livelli normali di NCALD a causa di insufficienze riscontrate in diversi organi.

I ricercatori hanno poi abbassato i livelli di NCALD in combinazione con una terapia genica modificatrice dello splicing (manipolazione dell’RNA che mira a correggere i difetti genetici). Questo tipo di trattamento ha migliorato i sintomi motori e la sopravvivenza degli animali sottoposti a sperimentazione.

I ricercatori hanno quindi concluso affermando: “Una terapia combinata in grado di aumentare i livelli di SMN e diminuire i livelli di NCALD….. può fornire una protezione completa e, conseguentemente, rendere gli individui asintomatici”.
Traduzione di Cristiano Vaghi per ASAMSI

Fonte: https://smanewstoday.com

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