Il gattino Telemaco, ormai beniamino di tanti bambini, approda finalmente in libreria!
Edito da La Rondine Edizioni nella collana Sorrisi, il libro “Telemaco e i suoi aMici” è disponibile su ordinazione in tutte le librerie italiane ed è acquistabile on-line sul sito http://www.edizionilarondine.it al costo di € 12,00. Parte del ricavato sarà destinato a ASAMSI per finanziare le sue attività.
“Telemaco e i suoi aMici” è il risultato di un lungo lavoro in collaborazione con varie scuole primarie sparse sul territorio nazionale che hanno partecipato a un concorso letterario organizzato dall’associazione: il concorso prevedeva la stesura di un racconto con protagonista un gattino nato senza artigli (e quindi fisicamente svantaggiato) che, con la sua “disabilità”, partecipava a numerose avventure assieme ai suoi tre fratellini. Le classi quarte e quinte, destinatarie del concorso, sono state invitate a presentare un unico racconto, frutto della collaborazione di tutti gli alunni, partendo da un incipit scritto appositamente. Il concorso aveva diversi scopi: 1) esaltare il lavoro di squadra facendo comprendere che ognuno, all’interno di un gruppo, con le proprie abilità, è in grado di contribuire alla realizzazione di un obiettivo comune; 2) far riflettere i bambini sul concetto di diversa abilità; 3) far comprendere che se un gattino (o una persona) è diverso dagli altri, non per questo dev’essere considerato inferiore, ma nemmeno un eroe. I racconti sono stati successivamente commentati da professionisti dell’ambito psicopedagogico che ruotano attorno all’associazione. Il risultato è un libro divertente, ironico e a volte comico, che descrive la diversa abilità con gli occhi dei bambini, senza pietismi e senza luoghi comuni.
“Telemaco e i suoi aMici” è disponibile anche con le allegre t-shirt disponibili nelle taglie per bambinie peradulti. Tutte le donazioni per questi gadget saranno usate per finanziare le attività associative.
Vogliamo farvi leggere qui di seguito uno dei racconti arrivati purtroppo fuori tempo massimo, quando ormai il testo era in fase di pubblicazione. Per motivi di privacy abbiamo omesso i nomi delle scuole che hanno partecipato al concorso letterario, ma gli autori di queste bellissime favole sapranno riconoscersi. Ai bambini di queste scuole e alle loro insegnanti va un caloroso ringraziamento da parte di ASAMSI… e di Telemaco!
La striscia grigia sulla cima della collina
Incipit:C’era una volta, in un paese non molto lontano da qui, una gatta che diede alla luce quattro bei gattini. Erano tutti identici: paffuti, con il pelo un po’ arruffato, morbido e lucente… Ma uno di loro si distingueva per una particolarità: era nato senza artigli. Noi umani non possiamo capire pienamente cosa significhi, ma per un gatto l’essere sprovvisto di artigli può causare grossi problemi. Gli artigli servono durante la corsa per far presa sul terreno e non scivolare, servono per arrampicarsi sugli alberi, e sono utili anche per difendersi dalle aggressioni dei nemici. Mamma gatta era molto preoccupata per il futuro del suo piccolo e si domandava come avrebbe potuto crescere e diventare grande, forte e capace di provvedere a se stesso. Sapeva però che il suo gattino era molto furbo e intelligente e che avrebbe saputo sfruttare le sue qualità per farsi strada nella vita; per questo motivo lo chiamò Telemaco, che significa “colui che combatte da lontano”.
Telemaco e i suoi fratellini amavano passare le giornate sempre in cerca di nuove avventure: non facevano mai niente di troppo pericoloso, o almeno non intenzionalmente, perché Telemaco aveva difficoltà a correre, saltare e arrampicarsi. Ma si sa, i gatti sono curiosi per natura, e sono capaci di mettersi nei pasticci anche senza volerlo.
Un bel giorno infatti…
Testo scritto dai ragazzi: Telemaco e i suoi fratelli si annoiavano in casa e decisero di uscire a giocare nel loro posto preferito: il giardino di casa. Qui i gattini potevano sentire il profumo dei fiori, rincorrere le farfalle, giocare a nascondino…
Quel giorno toccava a Telemaco cercare i suoi fratelli che si erano nascosti, chi su un albero, chi dietro un cespuglio, chi in mezzo ai tulipani. Il gattino cominciò a cercarli, ma questi erano nascosti così bene che non riuscì a trovarli, allora decise di uscire dal giardino, anche se la mamma gli aveva proibito di allontanarsi troppo. La casa dove vivevano i gattini si trovava in aperta campagna ed era circondata da prati. Telemaco si avvicinò al recinto e sbirciò al di là… Nessun segno dei suoi fratellini… Il micetto si fece coraggio e, cautamente, si avventurò fuori nel grande prato.
Era molto curioso di scoprire cosa si nascondeva nell’erba alta, così poi avrebbe potuto raccontare ai fratelli quello che aveva scoperto, come un coraggioso esploratore. Cominciò a vagare qua e là, annusando erbe, fiori, sassi, bastoncini e tutto quel che gli sembrava nuovo.
Senza accorgersi, si allontanò parecchio e, ad un tratto, si trovò davanti un pendio erboso piuttosto ripido. Anche se per lui la salita era difficile, Telemaco, dato che si sentiva un gattino coraggioso, decise di provare a raggiungere la cima. L’ erba era umida perciò il nostro piccolo amico, che non poteva usare gli artigli, scivolava spesso, ma non voleva arrendersi e dopo ogni scivolone riprendeva la salita. Arrivò in cima molto affaticato, ma orgoglioso della sua impresa. Riprese fiato guardandosi intorno…
Davanti a lui c’era un mondo nuovo tutto da esplorare. Osservò incuriosito una lunga striscia grigia che si perdeva in lontananza e si chiese a cosa mai potesse servire. Si avvicinò piano piano, la annusò: aveva un pessimo odore! Telemaco starnutì per cercare di liberare il naso da quell’odore nauseante.
Di colpo sentì un forte rumore e avvertì sotto le zampine una vibrazione sul terreno. Spaventato alzò lo sguardo e vide una di quelle cose rumorosissime e puzzolenti che gli uomini chiamano “auto” che veniva verso di lui.
Il suo cuoricino batteva all’impazzata e per un attimo il terrore lo paralizzò, poi, però, raccolse tutto il suo coraggio e decise di sfidare quel mostro rosso. Inarcò la schiena, drizzò il pelo, gonfiò la coda e cominciò a soffiare minacciosamente. Incredibilmente, l’auto si fermò facendo fischiare i freni. Telemaco si mise a saltellare dalla gioia pensando di averlo terrorizzato, ma una portiera si aprì e ne uscì un bambino biondo che gridò:
«Mamma, un gattino! Che bello! Forse si è perso. Lo possiamo portare a casa nostra?»
Telemaco, che effettivamente era un bel gattino con il pelo morbido e due vispi occhietti verdi, rispose che non si era affatto perso, ma, si sa che gli umani non capiscono il linguaggio dei gatti, così il bambino pensò che il micetto miagolava per la felicità e corse a prenderlo. Il gattino cercò di correre via, ma senza poter far presa con gli artigli scivolò e fece un capitombolo. Arruffato, con la testa che gli girava un po’, si sentì afferrare da due manine grassocce e sollevare in aria. Cercò di liberarsi: si agitò tutto, si dimenò a più non posso, miagolò forte, ma il bambino continuò a tenerlo stretto, troppo stretto! Allora provò a dargli delle zampate, ma senza poter graffiare, le sue sembravano carezze! Disperato, piantò i suoi dentini aguzzi nella mano che lo stringeva. Il bimbo urlò e lo lasciò cadere nell’erba. Ruzzolato a terra, il nostro piccolo amico si trovò improvvisamente circondato dai suoi fratelli che, preoccupati, erano venuti a cercarlo.
«Vai, Telemaco, scappa, intanto noi lo distraiamo!» disse nel linguaggio dei gatti Ulisse, il fratello maggiore. E così, mentre Telemaco si allontanava il più velocemente possibile, gli altri gattini si infilavano fra le gambe del bambino facendolo inciampare, si appendevano con le loro unghiette affilate ai suoi pantaloni, gli mordevano i lacci delle scarpe, pronti a scappare quando egli allungava le mani per prenderli.
Nel frattempo, Telemaco era arrivato in cima al pendio erboso che aveva scalato poco prima con tanta fatica. Guardò la ripida discesa preoccupato. Come fare a scendere velocemente senza cadere? Di colpo ebbe un’idea geniale! Sì, sarebbe sceso rotolando come un gomitolo, un morbido gomitolo di pelo! Senza perdere un minuto si arrotolò su se stesso e gridando: «Andiamo!» si lasciò rotolare giù per il pendio. Ben presto fu affiancato dai suoi fratelli che gli correvano accanto.
Da lontano, il bambino li guardava, rassegnato a lasciarli andare.
Mentre scendeva “a rotoloni” Telemaco, senza farlo apposta, urtò contro Ulisse che cominciò anch’esso a rotolare giù. Subito gli altri gattini, dimenticato il pericolo, li imitarono divertendosi un mondo a rotolare giù per il pendio. Arrivati in fondo, sdraiati pancia all’aria nel prato, con la testa che girava un po’, ridevano come matti, alla maniera dei gatti naturalmente!
Erano pronti a ricominciare la salita e la divertentissima discesa “a ruzzoloni,” quando dall’erba alta spuntò il bel muso di Mamma Gatta che, preoccupata, era venuta a cercarli.
Mentre coccolava i suoi piccoli con delle leccatine affettuose, Mamma Gatta ascoltava orgogliosa Telemaco che le raccontava tutto fiero la sua avventura, mentre i fratelli si complimentavano con lui.
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